Tanti giovani di allora oggi sono imprenditori importanti

Ricordare Don Dorino.. non basta strizzare la memoria, bisogna proprio spremerla, sono passati tantissimi anni, mi riferisco agli anni 60.

Non sono Sassolese, ma vi ho vissuto la gioventù.

Non manco mai per le fiere di ottobre e mi piace visitare tutti gli angoli ed è stato proprio un paio di anni fa che entrando nelle vecchie scuole di via XX Settembre mi trovai di fronte alla mostra fotografica sulla scuola di Don Dorino. Avendola frequentata come tanti altri giovani, mi misi a scrutare foto per foto, riconoscendo con piacere tanti coetanei e l’indimenticabile don Dorino. I suoi capelli rossi, la sua eleganza e la sua gentilezza non si possono dimenticare.

Non lo conobbi molto bene come parroco (perché frequentavo l’oratorio San Francesco) ma lo ricordo come educatore. A quei tempi la sua scuola era una delle migliori credenziali per i giovani che dovevano affrontare il mondo del lavoro. Tanti giovani di allora oggi sono imprenditori importanti.

Per me fu una delle migliori opportunità della mia vita, imparai il disegno tecnico e meccanico, le più importanti nozioni di tecnologia e dell’ aggiustaggio e l’uso delle varie macchine utensili che, a fine lavoro, ci insegnavano a pulire e lubrificare con passione. Imparai il rispetto dell’ambiente di lavoro e la disciplina, qualità rare al giorno d’oggi. Per stare al passo con i tempi, lavorando e studiando, mi diplomai. Fu molto dura, ma fu anche merito dell’esperienza, dell’educazione e della determinazione imparata nella scuola di Don Dorino.

Non riuscii a diventare un imprenditore importante, ma ebbi comunque ottime soddisfazioni e quando mi trovai a dover educare tecnici o miei dipendenti cercai di farlo seguendo gli esempi avuti dai miei migliori insegnanti. Educatori che hanno preferito insegnarmi senza farmi pesare il loro sapere.

Quelle persone che sanno darti fiducia e far uscire il meglio di te stesso, facendoti amare il lavoro, l’ambiente e le macchine, spiegandoti che il lavoro non deve essere una condanna o volgare mezzo di sopravvivenza, ma deve essere una forma di vita.

Ora in prossimità del momento di attaccare le "scarpette al chiodo" mi viene di ringraziare di cuore chi mi ha dato gli insegnamenti che mi hanno accompagnato e aiutato, volutamente o inconsapevolmente in tutti i momenti più importanti della mia vita.

Grazie, don Dorino. La tua scuola manca tantissimo.

Sghedoni P.I. Giorgio